Isabella Dalla Ragione, agronoma, si occupa di studio e salvaguardia della biodiversità vegetale, in particolare degli alberi da frutto.

Salvare i frutti antichi dall’estinzione in nome del benessere dell’uomo, dell’ambiente e della preziosa bellezza che ci circonda. Questo l’obiettivo della “Fondazione Archeologia Arborea” e della sua fondatrice.

Una vita dedicata alla tutela di antichi frutti. Perché?

Ha cominciato Livio, mio padre, ultimo testimone di un mondo rurale che negli anni Sessanta stava scomparendo, e io sono cresciuta sapendo che questo era il nostro straordinario tesoro, la nostra eredità preziosa. È accaduto invece che tante varietà di frutta sono state abbandonate a favore di pochissime cultivar più adatte alla grande distribuzione o alla refrigerazione. Quasi scomparse le vecchie e antiche varietà di meli, peri, susini, che avevano consentito la vita a generazioni di individui, e che si erano ben adattate al clima e al terreno. Per anni siamo corsi a salvare, con urgenza, perché vedevamo ogni giorno sparire qualcosa. E il risultato, oggi, sono tante varietà salvate dall’oblio e rimesse in coltivazione nella collezione frutteto di “Archeologia Arborea”.

La sensazione, però, è che i frutti antichi siano difficili da coltivare e che non sia possibile piantarli in un piccolo orto o sul balcone…

Al contrario, la maggior parte sono piante rustiche e ben adattate alle condizioni del luogo, e dunque possono ritrovare posto negli orti e nei giardini, anche perché sono molto ornamentali, ricche di fiori, bel fogliame e belle forme. La coltivazione è anzi più facile delle varietà moderne, ma occorre fare buone potature, concimazioni e trattamenti contro funghi e insetti sempre in agguato. E poi, la soddisfazione di avere una buona mela Conventina o una profumata pera Bianchina è impagabile, sapendo fra l’altro che si stanno salvando un pezzo di storia e le nostre radici.

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