La Sede
Siamo nella campagna umbra, a Spello. È qui che la tradizione Barbanera vive in un bachificio del Settecento e si tramanda tra gli alberi di gelso, l’Orto Giardino delle Stagioni e il frutteto di archeologia arborea. In questo complesso rurale dove la storia incontra l’attualità e dove passato, presente e futuro dialogano seguendo la Luna e il ritmo delle stagioni, nascono le edizioni e le iniziative Barbanera.
L’antico bachificio è oggi la sede dell’Editoriale Campi e della sua redazione che opera in sinergia con la sua memoria storica, la Fondazione Barbanera 1762. Tutt’intorno l’Orto Giardino delle Stagioni, non un semplice spazio verde ma un’opera del noto paesaggista Peter Curzon dove le storie di ieri si intrecciano con quelle di oggi, tra fiori, ortaggi e prove di stampa. Perché l’Orto Giardino è proprio questo, una sorta di Almanacco “vivente”, da percorrere e “sfogliare” seguendo le buone pratiche del Barbanera, i suoi gesti, i suoi proverbi, il buono e cattivo tempo.
La Redazione
È questo il cuore pulsante della tradizione Barbanera, una redazione dove le atmosfere e le tracce dell’antico bachificio incontrano l’efficienza di una attualissima ristrutturazione dove innovazione, attualità e design si fanno portavoci di un’attività editoriale che punta sui valori di un lavoro a misura d’uomo.
Qui, dove le edizioni nascono facendo proprie le dinamiche del mondo contemporaneo, i saperi della tradizione sono affidati alle mani di giornalisti, grafici, artisti, specialisti delle varie tematiche Barbanera. Tutto in una dimensione in cui passato, presente e futuro si fanno spunto per il lavoro di ogni giorno, lasciando che di stagione in stagione entri dalle finestre il volto che muta della campagna circostante.
L'Orto Giardino delle Stagioni
Varcato il cancello, salutati da un gelso secolare, l’Orto Giardino accoglie tutti, chi qui lavora, e chi, ospite, vi giunge per altro motivo. Ed è qui che di stagione in stagione, ad offrirsi agli occhi, attraversato l’orto, è un’oasi di 7 ettari certificata bio.
Progetto del paesaggista Peter Curzon. Uno scrigno prezioso di biodiversità che accoglie ortaggi in via d’estinzione, frutti di archeologia arborea, semi rari, erbe officinali, fiori. Ai quali si dedica una coltivazione biologica, naturale, gentile, fatta di antichi gesti, rispettosa del luogo e dell’ambiente.
Impossibile non lasciarsi attrarre, non “sentire” l’energia della terra e cominciare a passeggiare, ad esplorare in un gioco sensuale le “stanze” delle aromatiche e delle rose. Soffermarsi, lasciarsi incuriosire da sconosciuti frutti dai sapori dimenticati, sostare alla fontana per un rapido ristoro. Poi proseguire, attraversare il pergolato di viti d’ogni tipo, aspettare fagioli di epoche lontane, spiare le zucche e il tagete abbracciati in solidale amicizia. E si pianta, si trapianta, si annaffia, si pota e si raccoglie, con le fasi, calante, crescente, ogni giorno, si spera nel buon tempo, si interpella ogni volta, la saggia ed esperta Luna. Perché qui la Luna si incontra. Ogni giorno è qui, nella casa di Barbanera, immancabile nel Lunario, nell’Almanacco e nell’Orto Giardino, a raccontare storie, a donare esperienza, a segnare quella strada che da due secoli e mezzo – ambientalista per vocazione – Barbanera indica e continuerà ad indicare. Per un futuro possibile!